INSEGNANTI E FARMACISTI: COME COSTRUIRSI IL PROPRIO DESTINO?

PREMESSA

Come costruirsi il proprio destino? Lamentarsi della propria condizione è sport assai diffuso, indipendentemente dalla realtà oggettiva vissuta. Difficilmente siamo contenti o ci accontentiamo, nel senso positivo di saper cogliere le gratificazioni migliori da quanto facciamo, e continuiamo a confidare nella sorte o a giustificare la nostra condizione, così voluta da forze immanenti esterne…

 

UNA VITA DA INSEGNANTE

Sono stato per undici anni insegnante di scuola media superiore e mi sono dimesso dal posto fisso perché con una laurea, altri titoli ed esperienze lavorative precedenti ritenevo di guadagnare poco, di non avere prospettive di carriera e di lavorare male, in un sistema dove il merito e la selezione non valgono né per i docenti ma neppure per gli studenti.

E tutto questo con una famiglia a carico, un mutuo e poche certezze: una parola di un amico e il mio entusiasmo per le sfide. Follia! Eppure mi piaceva così tanto insegnare che oggi mi ritrovo a fare molta formazione presso i miei clienti e a collaborare con l’università in un dipartimento di farmacia.

Non mi racconto in questi pensieri espressi perché il mio vissuto sia testimonianza grandi risultati, ma solo per condividere alcuni atteggiamenti che mi sono stati preziosi compagni di strada. I colleghi, all’atto delle dimissioni dalla scuola, mi dissero: “Beato te”, ma nessuno mi seguì nell’affrontare una libera professione che non ha né certezze, né salvaguardie in caso di malattia, né orari e neppure buste paga, compresa la tredicesima e il TFR.

 

UNA VITA DA FARMACISTI

Leggo da tempo del malessere manifestato dai farmacisti; non ho soluzioni in tasca per loro, ma al burnout che rischiano professioni sanitarie, insegnanti e forze di polizia in primis oppongo due atteggiamenti che per me hanno rappresentato la salvezza: la determinazione nel focalizzare e nel perseverare con resilienza ciò che desidero maggiormente, per ottenerlo, e la gioia infantile nel cuore, quale forza emotiva che non permetto a nessuno di distruggermi.

Ecco, a chi si lamenta di vivere una vita professionale povera e stressante auguro solo di alimentare questi due atteggiamenti, affinché si possa apprezzare quello che si ha, se ne possano cogliere le opportunità con una flessibilità e una prospettiva evolutiva, e non ci si illuda di trovare l’oro regalato solo per il fatto di aver conseguito una laurea. Un buon punto di partenza per costruirsi il destino.

 

QUATTRO INGREDIENTI CHE MI HANNO TRASFORMATO LA VITA

Ma a ben pensarci, sono addirittura quattro gli ingredienti che mi hanno trasformato la vita: quella che ho definito gioia in realtà mi ha spinto verso gli altri e i loro interessi, quindi si è evoluta in empatia e capacità di ascolto. Alla determinazione, poi, si è affiancata la responsabilità nel sentirsi sempre il vero artefice del proprio destino e, in ultimo non certo per importanza, mi hanno insegnato a gestire le cosiddette personalità demotivanti, che prima o poi può capitare a chiunque di incontrare lungo il proprio percorso di vita.

Gestire non significa necessariamente superare (a meno che non si dia un taglio netto nelle relazioni), ma sviluppare quelle capacità di convivenza per affrontare la quotidianità senza dissipare troppe energie emotive che tali personaggi, purtroppo e magari senza volerlo, distruggono in chi è loro vicino.

Empatia, determinazione, responsabilità e capacità di preservare il proprio tono emotivo dagli attacchi delle personalità demotivanti: non si tratta di quattro motori tutti contemporaneamente accesi alla massima potenza; certo, se volessi andare sulla luna dovrei disporre della massima forza possibile, ma se volessi volare come una farfalla di fiore in fiore mi basterebbe molto meno. Comunque, devo essere consapevole di quelli che sono dei veri e propri serbatoi di energia per ogni individuo.

 

L’INGREDIENTE PIU’ IMPORTANTE PER COSTRUIRSI IL DESTINO

Se proprio devo scegliere un elemento prioritario, un fattore scatenante la vera rivoluzione personale interiore, allora non c’è dubbio: sono fermamente convinto che tutto e sempre dipende dalla responsabilità personale. Certo, il contesto aiuta: dove vivi e se hai una famiglia forte alle spalle possono fare la differenza ma attenzione, il vento favorevole non ti cambia il carattere che a sua volta è l’elemento principale per affrontare gioie e dolori, opportunità e ostacoli che si parano inesorabilmente nell’arco della nostra lunga esistenza.

 

CARATTERE NO, ATTEGGIAMENTI SI

Ad essere precisi, la parola “carattere” non mi soddisfa pienamente perché nel descriverci rischiamo di etichettarci inesorabilmente, una volta per tutte. Utilizzo volentieri il termine “atteggiamenti”, in quanto mi dà la sensazione di una poliedricità su cui ci si possa lavorare privilegiando di volta in volta aspettative differenti, così da plasmare la personalità al fine di vivere pienamente e con soddisfazione la nostra esistenza, le sue sfumature e gli accadimenti.

 

POSSIAMO DAVVERO COSTRUIRCI IL DESTINO

Costruirsi il destino non è una chimera. Non vinciamo sempre e su tutto il fronte: ma, piuttosto che lamentarci del destino avverso, proviamo a godere di sfide, successi, soddisfazioni, gioie, relazioni positive, stimoli e nuovi obiettivi. Come interpretiamo e come rispondiamo a quello che ci capita è fondamentale, in quanto dà sapore alle esperienze vissute, alimenta le nostre emozioni le quali, a loro volta, ci indirizzano verso le nostre decisioni che tracciano, in definitiva, la nostra via.

E, come al solito, il percorso della vita è più importante di qualsiasi traguardo. Vale per gli insegnanti, per i farmacisti e… per chiunque.

 

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